martedì 30 novembre 2010

Ciao Mario

Ci mancherai...
("Un po' di rispetto, è un cadavere morto!" 
Da Totò e Carolina)

martedì 23 novembre 2010

Macbeth

Che il grande bardo abbia scritto pagine di drammi dall'amaro miele per l'intelletto, è più che riconosciuto. Uno di questi , da me preferito, (anche se, nel tempo, ritoccato da terzi) è sicuramente il Macbeth. Violentemente spietato e onirico, ferocemente critico verso l'arrivismo egoista e l'ingordigia del potere, eppure a tratti mostra pietà, per certi versi, nel descrive la rovina e l'oblio di un uomo e una donna che tradiscono l'amicizia del loro re, perché vollero diventare, con l'assassinio e  l'inganno, re e regina a loro volta. Un dramma maledetto, tanto che il nome di Macbeth non va pronunciato nei teatri, pena: il fallimento e l'insucceso dell'opera che vi si rappresenta. "Il grande dramma scozzese", così viene nominato, sottovoce, nei corridoi dell'arte teatrale, è fondamentalmente un dramma anche al femminile dove una Eva medievale spinge al regicidio il proprio Adamo, porgendogli un'invitante, metaforica, mela , sotto forma di corona; una mela rossa, sporca del sangue del vecchio re Duncan. Tutto comincia con tre streghe, rappresentazione delle tre parche, che vaticinano l'ascesa verso il potere a Macbeth, tre come il numero perfetto. Polanski nella sua violenta trasposizione cinematografica, del 1971, ce le mostra, fedelmente, come Ecate, incarnazione del ciclo della vita e della morte: una giovane donna, una di mezza età, ed una vecchia. Tre donne che plasmano con un rito magico, il  tragico destino di Macbeth, ma la vera artefice per spingerlo a compiersi, come già detto, sarà Lady Macbeth. Il senso di colpa per il rimorso del loro atto e la follia, però, s'impadroniranno ben presto dei due traditori, e il fato li ripagherà entrambi con quello che si meritano.


"Chiama. Veniamo subito! Il bello è brutto, e il brutto è bello. Planiamo attraverso la nebbia e l'aria impura..." "Quando c'incontreremo di nuovo, tutt'e tre, nel tuono, nel lampo o nella pioggia?..."
Traduzione di Gabriele Baldini

martedì 16 novembre 2010

Freddo cane in questa palude


Freddo cane
in questa palude
i miei amici fanno scherzi idioti, sai:
loro spengono la sera
e si nascondono nei fossi
per vedere come me la caverei
Freddo cane
e carne cruda
i coccodrilli a quest'ora cenano
io non ho con me il fucile 
ma mi sento come Zagor
neanche questa volta 
mi fregano
troppo silenzio
e' possibile che tutti dormano?
qualche cosa urlerò

Testo di Luciano Ligabue
Disegno di Gallieno Ferri