Seppelliti dall'immondizia culturale dei media non fa eccezione anche quello del fumetto. escludendo alcuni editori, il panorama fumettistico italiano è quantomeno raccapricciante, impoverito anche dal web gossip dove gli addetti ai lavori si sputtanano a vicenda pur di apparire migliori e al di sopra della mischia. Tristemente e tediosamente ripetitivi nelle loro proposte editoriali gli autori di questi tetri anni sembrano aspettare con impazienza le casereccie fiere dei comics pur di elemosinare un po' di notorietà. Dietro le quinte, come un tempo, non ci sta più nessuno: apparire anche a costo di essere imbarazzanti. Allora si guarda nuovamente al passato ma non per affettive ragioni nostalgiche ma semplicemente per evitare di mandare a farsi fottere una volta per tutte il mondo delle nuvole parlanti. Basta poco: ricordarsi magari del vecchio Magnus e del suo Unknow, dell'irriverente Crumb, dei Metal Hurlant o dare una occhiata alle copertine dei Ken Parker con quella voglia che ti prende di rileggerli tutti, perché in fondo per noi la scoperta dell'America sono anche loro e perché purtroppo sempre più spesso questa Italia che puzza ancora di innegabile, merdosa retorica provincialità, sembra sempre più determinata a fare trasformare tutti i tuoi sogni in incubi.
L'America è nello stesso tempo incanto e disincanto. Tenerezza e furore. Slanci e paura di non farcela. Sogno di esistere e avere. Frustrazione, mania di grandezza. Una mano sul cuore e l'altra sulla pistola.
Italo Moscati - Sergio Leone Quando il cinema era grande - Lindau
L'America è nello stesso tempo incanto e disincanto. Tenerezza e furore. Slanci e paura di non farcela. Sogno di esistere e avere. Frustrazione, mania di grandezza. Una mano sul cuore e l'altra sulla pistola.
Italo Moscati - Sergio Leone Quando il cinema era grande - Lindau
mi porti alla mente Breccia(padre e figlio), Battaglia, e poi Moebius-Gir-Giraud, Corben, Will Eisner, Bilal, Druillet...e molti altri, thanks e di cuore...;)
RispondiEliminala bellezza di Ken Parker fu senza dubbio quella che citi nel post, compresa la capacità di ironizzare spesso o di inserire comparse illustri nell'ambito del racconto (Ambrose Bierce ad esempio, ma anche Atonio De Curtis o Laurel e Hardy).
RispondiEliminaForse uno dei migliori numeri fu "Diritto e Rovescio". Tutti comunque avevaano una sceneggiatura filmica molto forte.
p.s. ho ancoraa tutta la prima serie completa
Pienamente d'accordo con te Listener, nonostante il tipo di sceneggiatura da film di Berardi, è incredibile (certo non siamo in America ma per tex e Dylan Dog, che deve parecchio a Ken Parker, è stato fatto) come non sia mai saltata fuori l'idea o l'occasione di provare ad adattarne almeno una per il grande schermo. Due tra le mie storie preferite sono "La lunga pista rossa e Adah"... Mai liberarsene.
RispondiElimina