giovedì 30 ottobre 2008

Per favore, scusi, dov'è il west?

Esco presto di casa, faccio colazione in un bar. Compro un giornale; leggo seduto su di una panchina, passano due ragazze che litigano in portoghese. Incomincia una nuova giornata italiana: tafferugli a Roma tra destra e sinistra, scontri con gli agenti nelle vie di Milano. I cazzeggi della legge Gelmini creano una "Italy Burning". Un bambino forse ucciso dall'aver ingurgitato del metadone. Un paese distrutto da un alluvione... ecco, i pellerossa voteranno per Obama. Guardo l'orizzonte e mi viene in mente la frontiera di Sam Peckinpah e John Ford perché questa mi sembra quella di Mel Brooks. Vorrei fermare un passante e chiedergli: "Per favore, scusi, dov'è il west?".

martedì 28 ottobre 2008

SCEMTOLOGY

Lei ha dei notevoli tattoos, una magnifica voce che, se ne ha voglia e non è strafatta, canta soul blues. Con il cervello grippato su un trono ha sfanculato e zittito Bono, stupito un REM e ballato Stones... ora, dicono i fantascientology, o forse gli astrology, che andrà con quegli stronzology della chiesa di Scemtology. Remember quello che diceva il buon vecchio zio Frank nella sua Heavenly Bank Account: "Ricordate che c'è un gran bella differenza tra l'inginocchiarsi e il porgere il vostro didietro."
PS Pare che quelli di Scemtology siano molto suscettibili e sensibili alle prese per il culo, mi aspetto, quindi, eventualmente una lettera di diffida da parte dei loro avvocati o da uno dei loro elettricisti. Mi difenderò dicendo che sono analfabeta, che non so niente della legge di Ohm, e che non conosco la lingua inglese.

giovedì 23 ottobre 2008

Gli uomini preferiscono le tombe

Di tanto in tanto, pare che ci sia una critica d'obbligo verso un certo genere di film o altri media riguardante i loro eventuali contenuti violenti. Ma poi, effettivamente, esistono circostanze dove la violenza è completamente inesistente? A cominciare dalle "innocenti" fiabe che le nonnine raccontano ai loro bravi nipotini affinché diventino probi e retti adulti, già troviamo messaggi contenenti un certo uso della violenza: ad esempio in quella di Biancaneve, dove la regina e matrigna della protagonista chiede al cacciatore di uccidere e poi portargli il cuore della povera figliastra; in quella di capuccetto Rosso, dove un altro cacciatore apre la pancia del povero lupo per salvare nonna e nipote; nel Pinocchio, quando quest'ultimo viene impiccato dal gatto e la volpe. A prescindere che i finali a lieto fine, o una diversificazione tra violenza fatta a fin di bene e una a fin di male, ne giustifichino il suo utilizzo, direi che sin dai primi anni della nostra vita, involontariamente, riceviamo una educazione alla conoscenza della violenza. La frustrata società di questi ultimi anni ha poi sviluppato un atteggiamento molto più aggressivo nei confronti di tutto e tutti: verbalmente e spesso fisicamente. Basta leggere i quotidiani e guardarsi intorno. Forse aiutata anche da quel ciclope luminoso che chiamiamo televisione e che fornisce tutta una serie di messaggi che inneggiano alla competizione e al successo facile, tra urla e pianti di disperazione; oggi sicuramente si è anche molto meno empatici che nel passato e i "chi se ne fotte" imperano. Il cinema si adegua ai nuovi modelli comportamentali della gente, è un cane che si morde la coda, e conseguenzialmente: decadenza alla decadenza, e corruzione alla corruzione. Non per questo però bisogna cedere ed accettare la violenza del reale, di cui non si può certo incolpare il cinema o altri media come libri o fumetti che spesso vengono ingiustamente tirati in causa. Credo che la cosa migliore da farsi sia approfondire la propria conoscenza per sviluppare meglio l'obiettività, se non altro per difendersi e comprendere che, alla fine, un film è solo un film, una fiaba solo una fiaba, e un imbecille, che interpreta male per fare del male, a modo suo, certi contenuti, è solo un imbecille.

Il più grande di tutti

Charles S. Chaplin: c'è altro da dire?

Bravo! Grazie!

"Lo vedi?! Er popolo, quando lo fai gioca': abbocca subito... guarda!"

Grande, indimenticabile: Ettore Petrolini...
Si racconta che ormai in punto di morte, alle parole incoraggianti del medico che lo visitava e che sosteneva di trovarlo ristabilito, Petrolini rispondesse: "Meno male così moro guarito".
Da wikipedia

martedì 21 ottobre 2008

Un barattolo di m... iele

Una gentile signora mi ha regalato un barattolo di miele fatto in casa. Uno dei tantissimi regali che la natura offre a noi esseri umani. Ad assaggiarne un po' c'è da chiedersi perché la vita non possa sempre avere quel dolcissimo sapore. Ora, visto che invece la maggior parte delle volte ci riserva barattoli di merda al gusto di fiele, questo, pieno di dolcezza, voglio condividerlo virtualmente con tutti voi: ne spetta una cucchiaiata a ciascuno insieme al simpatico video della canzone dei The Archies "Sugar Sugar" (1969). Feel sexties!

sabato 18 ottobre 2008

Cato vs Clouseau

Cato, nella serie dei film La Pantera Rosa di Blake Edwards, era l'inserviente cinese dell'ispettore Clouseau, interpretato dal grande Peter Sellers. Egli aveva l'ordine, impartito dallo stesso Clouseau, di attaccare l'ispettore più maldestro del mondo, in qualsiasi momento e in qualsiasi posto. A me questa cosa ha sempre fatto morire dal ridere, come del resto tutti i divertentissimi film della Pantera Rosa... have a good time!

giovedì 16 ottobre 2008

Un rutto nel buio

Certi "personaggi" sono come rutti acidi: fastidiosi e conseguenziali a cattive digestioni. Boriosi nel loro avere, tronfi e meschini nel dire e nell'agire... c'è bisogno di nuovi ed efficaci digestivi; affinché queste teste di cazzo periscano come meritano, fagocitate, annegate e distrutte dai succhi gastrici. Per poi venire traformate in ciò che sono realmente ed eliminate dalla parte giusta del corpo, finendo dentro a dove meritano. I rutti acidi colpiscono vigliaccamente, a tua insaputa e prevalentemente la notte mentre dormi. Cercando di togliere dignità ai sani e schietti rutti di liberazione. Se li conosci li eviti.

venerdì 10 ottobre 2008

Leggere Borges...

Leggere Borges è come entrare dentro a un labirinto. Acuto, intensissimo, geometricamente perfetto, semplice e difficilissimo allo stesso tempo. Un gioco, una cabala, la pietra filosofale che può trasformare i sogni in pensieri , e i pensieri in scrittura con i segni regolati dall'achitettura delle sue virgole e dei suoi punti. Borges, una volta incontrato, lo rivedi ovunque: nelle magiche note del jazz di Coltrane, che ti parla. Da dentro i quadri di Picasso, che ti guarda. Nelle "closures" della letteratura disegnata lo percepisci mentre cammina tra gli spazi che dividono unendo le vignette. Borges ti guida dentro i suoi mondi, ti porta davanti ai gauchos, al minotauro, a uomini e donne perduti nel presente del passato; richiamando mitologie incastonate come gioielli dentro allo scorrere del tempo. Lui è un alchimista dei mondi onirici, la chiave magica che può aprire ogni porta. Si potrebbe passare tutta la vita a leggere L' Aleph, e ogni volta sorprendersi a scoprire un libro differente, misteriosamente diverso, denso di una sua nuova alchimia, perché ogni libro ne contiene altri mille. Jorge Luis Borges riesci a vederlo mentre fuori soffia un impetuoso vento argentino: lui sta lì, seduto, mentre stringe il suo bastone e osserva lontano. Sta in silenzio, in una cecità che gli permette di vedere e guardare ben oltre la superficialità dei nostri occhi; conscio custode degl'infiniti segreti dell'animo umano...
Vidi l'Aleph, da tutti i punti, vidi nell'Aleph la terra e nella terra di nuovo l'Aleph e nell'Aleph la terra, vidi il mio volto e le mie viscere, vidi il tuo volto e provai vertigine e piansi, perché i miei occhi avevano visto l'oggetto segreto e supposto, il cui nome usurpano gli uomini, ma che nessun uomo ha contemplato; l'inconcepibile universo.

Da L'Aleph di J.L. Borges

martedì 7 ottobre 2008

Satchmo against the violence

We have all, the time in the world Time ENOUGH for life To UNFOLD All the precious things Love has in store We have all the love in the world If that's all we have You will find We need nothing more Every step of the way Will find us With the cares of the world Far behind us We have all the time in the world Just for love Nothing more Nothing lessOnly loveEvery step of the way Will find us With the cares of the world Far behind us Yes We have all the time in the world Just for love Nothing more Nothing less Only love Only love.

ABBIAMO TUTTO IL TEMPO DEL MONDO Abbiamo tutto, tutto il tempo del mondo ABBASTANZA tempo per la vita per SCARTARE dal pacco tutte le cose preziose che l'amore ha in serbo Abbiamo tutto l'amore del mondo Se questo è tutto ciò che abbiamo troverete che non ci serve niente di più Ogni passo sul cammino ci troverà con gli affanni del mondo lontani dietro di noi Abbiamo tutto il tempo del mondo proprio per l'amore niente di più niente di meno Solo amore Ogni passo sul cammino ci troverà con gli affanni del mondo lontani dietro di noi sì Abbiamo tutto il tempo del mondo proprio per l'amore niente di più niente di meno Solo amore Solo amore.

Difficile crederci. Una delle canzoni più belle contro la violenza. Un testo semplice, quasi infantile, con una parola ripetuta più volte, una parola spesso stuprata e di cui si abusa per giustificare molte umane nefandezze: si ama una religione, un ideale o una patria e si distruggono le altre in loro nome. Si amano gli animali ma li si rinchiude in gabbie di tortura. Si ama la terra ma la si devasta derubandola senza nessun rispetto dimenticando che non appartiene a nessuno. Si amano uomini e donne ma li si riduce in schiavitù. Si ama la libertà senza sapere che cazzo è: cercandola, oggi, nel progresso e nella tecnologia o nell'opulenza. Si ama la conoscenza ma si continua ad agire da ignoranti. Nella disumanità non può esserci amore, e allora lo si cerca ovunque sperando di trovarlo in una dimensione a propria misura e allontanandosi, a mio parere, da un concetto più semplice: l'amore a volte è anche guardare la vita così come ci viene incontro senza decidere sempre che cosa ci deve essere o non ci deve essere perché ci appaia per forza più bella o più piacevole. (Ovviamente è solo il mio punto di vista).

lunedì 6 ottobre 2008

Trapassato remoto

io fui stato ammazzato tu fosti stato ammazzato egli fu stato ammazzato noi fummo stati ammazzati voi foste stati ammazzati essi furono stati ammazzati
Ripassiamo i verbi "rari" prima di diventare rari anche noi.

venerdì 3 ottobre 2008

Tra realtà, storia e finzione

Prendo spunto da un interessante post dell'amico Silvano, su Spike Lee, per ampliare il discorso e il mio punto di vista su realtà, finzione o mistificazione del cinema. Il regista non è uno storico e il cinema è pura finzione. Il regista deve raccontare una storia che tenga desta l'attenzione del pubblico e se pur partendo da fatti storici può tranquillamente inserire delle situazioni di pura fantasia. Inutile cercare di capire il nostro passato attraverso il cinema che lo filtra dandogli una dimensione che si discosta da quella reale; finalizzando il tutto a raccontare per immagini e dentro una realtà rivisitata con l'occhio di chi sta dietro la cinepresa. I film possono depistare con degli errori: uniformi, armi, mezzi di locomozione, ambienti, modo di parlare del periodo e frasi utilizzate nei dialoghi che spesso risultano fuori dal contesto storico, molte situazioni vengono cambiate... ad esempio nel bel film sulla "Rosa Bianca" Sophie Scholl va verso il patibolo senza nessuna lesione fisica, mentre storicamente è risaputo che la Gestapo le diede tante di quelle botte che davanti al tribunale del popolo ci arrivò con le stampelle. Nel criticatissimo film "la Caduta", il regista dà un immagine di Hitler e dei suoi satrapi forse un pò troppo smussata e addolcita. A mio parere ripetere un fatto storico tale e quale a come è accaduto nella realtà è impossibile ci si può solo avvicinare, per il resto meglio consultare i libri di storia di autori "seri", i documentari dell'epoca e le testimonianza di chi quei fatti li ha vissuti in prima persona... il cinema va preso per quello che è, imitazione della realtà, e non troppo sul serio: uno spettacolo d'intrattenimento che dà emozioni, ed informazioni che poi andrebbero sempre controllate e confermate. Lo so, suona un po' retorico e ci sarà anche chi afferma il contrario, in ogni caso: show must go on.

mercoledì 1 ottobre 2008

Opere d'arte

Tutto ciò riconduce a Michel Angel.

Le assicurazioni fanno più paura della morte

Da quando le assicurazioni costano un occhio della testa e penalizzano l'utente salassandolo dopo ogni incidente, noto che chi ne subisce uno, solitamente si preoccupa più dei danni delle auto piuttosto che di quelli fisici... finirà che prima di ricorrere a un medico o all'ambulanza, si preferirà chiamare un meccanico o un carrozziere.