mercoledì 30 aprile 2008

Nella vecchia libreria...

Nel quartiere della marina, nella zona vecchia della città, c’è una vecchia libreria di remainders. I libri costano, ovviamente, tutti a metà prezzo e molti di quelli che ho vengono di là. E’ gestita da due signori venuti dal nord Italia, si dice che siano andati via per questioni politiche. Frequento quella libreria sin dall’inizio degli anni ottanta, è un posto che mi piace molto, un angolo di tranquillità nel caos della strada che ora costeggia il porto della città. Ci si può stare per ore a curiosare tra gli scaffali senza che i due librai ti guardino storto o spacchino i coglioni. Se acquisti: bene e se non acquisti: pazienza, sarà per la prossima volta. I libri in vendita sono quasi sempre datati, nuovi d’aspetto, molti ancora da scartare. Mi piace molto l’idea che abbiano viaggiato e che siano stati osservati e presi in mano da tante persone, anche se rimasti invenduti hanno già una loro storia a prescindere da ciò che raccontano le loro pagine. Ritrovarmi ogni volta tra quegli scaffali pieni di idee e creatività umana mi dà una bella sensazione. Il tempo sembra fermarsi guardando le copertine e leggendo stralci di libri di storia, arte, saggistica o narrativa, oppure qualche fumetto… Poi arriva il momento di scegliere, a volte vado via a mani vuote, a volte vado verso la cassa con il libro che mi ha intrigato di più. Pago e arrivederci. Poi, di nuovo, dentro al caos della strada e della città, ma con una storia e un amico in più, sottobraccio, da portare a casa…

LA FIESTA DEI LAVORATORI?!

Che festa ipocrita... E a un Dio "fatti il culo" non credere mai!

martedì 29 aprile 2008

venerdì 25 aprile 2008

CHE BELLA GIORNATA E' STATA DOMANI (Stan Laurel)

Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono. (Hegel)
La prossima guerra mondiale sarà combattuta con le pietre. (Einstein)
Il successo è l'abilità di passare da un fallimento ad un altro senza perdere l'entusiasmo. (Winston Churchill)
Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione. (Alcide De Gasperi)
La lotta politica non si farà più tra destra e sinistra ma tra chi guarda la tv senza una risposta e chi accede alla Rete Internet con una informazione molto più completa e che ognuno può gestire e alimentare. (Derrik De Kerchove)
Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore. (Albert Einstein)
Lo Stato deve essere nostro servitore, non noi gli schiavi dello Stato. (Albert Einstein)
La fantasia è più importante della conoscenza. (Albert Einstein)
Bada alle piccole spese: una piccola falla affonda una grande nave.
"Ben fatto" è meglio che "ben detto". Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza.
Chi è bravo a scusarsi raramente è buono a qualcos'altro.
Chi ha pazienza può ottenere ciò che vuole.
Dove c'è libertà, quello è il mio paese.
I saggi non hanno bisogno di suggerimenti. Gli sciocchi, non ne tengono conto.
Sii educato con tutti; socievole con molti; intimo con pochi; amico con uno soltanto; nemico con nessuno.
Siamo nati tutti ignoranti, ma dobbiamo lavorare sodo per restare stupidi. (Benjamin Franklin)
Gli stupidi sanno tutto, gli intelligenti imparano sempre. (Proverbio)
Nell'immagine, prigioniero, ma non è detto che sia lui quello dietro le sbarre...


mercoledì 23 aprile 2008

PAROLE POP A PIOGGIA

Riflessioni
Vivevo in una stanza piena di specchi. Tutto ciò che vedevo era solo me stesso. Un giorno ho spaccato gli specchi e fuori c'era un intero
mondo da guardare...
Room Full Of Mirrors. Jimi Hendrix
Estate
Non c'è cura per la malinconia dell'estate...
Summertime Blues. Eddie Cochran
Strade e crocicchi notturni
Non ti sto mentendo, è il diavolo mascherato. Le mie dita fanno quel percorso ogni giorno...
Devil in Disguise. J.J. Cale
Reazioni
Mi hanno sputtanato ma sono cresciuto. Non sono giù non sono giù...
I'm not Down. The Clash
Bei posti
Non so dirti tesoro dove sarò tra un anno... forse nelle tue mutandine...
Sweet Emotion. Aerosmith

Brutti posti
La gente è strana quando sei uno straniero. Le facce appaiono orrende quando sei solo. Le donne sembrano perfide quando non sei voluto. Le strade sono disconnesse quando sei giù...
People Are Strange. The Doors
Arrivi e partenze

Le campane dell'inferno, Satana sta venendo per te...
Hells Bells. Ac/Dc
Consapevolezze
Molti qui fra noi pensano che la vita è solo una beffa ma tu ed io queste cose le sappiamo...
All Along the Watchtower.Bob Dylan
Scelte
Ma io senza legge, rubai in nome mio, quegli altri nel nome di Dio...
La Buona Novella. F. De Andrè
Ermetismo
Tanto il concetto non cambia colore, tanto il postino direbbe di no e se bastasse soltanto una vita...
Io che non sono l'Imperatore. E. Bennato
Indipendenza
Non ho bisogno di un impermeabile, sono già bagnato...
Whipping. Pearl Jam

Parole di canzoni, come fulmini o pioggia gentile sui nostri ombrelli...

martedì 22 aprile 2008

QUINDICI UOMINI...


"Quindici uomini sulla cassa del morto, oh-yo! E una bottiglia di rum per conforto"
Dedicato a R.L. Stevenson

domenica 20 aprile 2008

sabato 19 aprile 2008

UN FUGGIASCO DI NOME MASSIMO

Qualche tempo fa ho avuto il piacere di incontrare e conoscere Massimo Carlotto in una nota libreria della città... Trovarsi davanti il vero protagonista del libro Il Fuggiasco (1995), nonché uno degli autori più prolifici e famosi del noir italiano (e non solo) è stata una piacevole esperienza. Massimo, devo dire, è proprio una persona gradevole e gentile. Nonostante la terribile esperienza della sua vita è un signore tranquillo e comunicativo. Ha risposto cortesemente a tutte le domande che noi del pubblico gli abbiamo posto, soffermandosi a parlare del nordest dell'Italia, la zona da cui lui proviene, e delle sue problematiche... Nato a Padova il 22 luglio 1956; nel 1976 è uno studente e militante di Lotta Continua che viene accusato ingiustamente dell'omicidio di Margherita Magella... Come continua la sua storia è quì... Concludo dicendo questo: uno che in Messico viene torturato con scariche elettriche nei testicoli, subisce tutto quello che ha subito e poi diventa un autore bravo, come lui, merita sicuramente tutta la nostra stima... Da molti anni abita, benvenutissimo, a Cagliari...
Nell'immagine, Massimo Carlotto.

mercoledì 16 aprile 2008

Nonostante tutto... L'Italia

Per me l’Italia è ricordare lo sguardo di mia madre che l’aveva vista soffrire durante la guerra... A cena osservavo, spesso, le forti mani di mio padre, mani da lavoratore, e per me anche quelle mani sono l’Italia. Ho sempre pensato, dei miei genitori, che fossero persone semplici e concrete. Mio padre lavorò sino a che il cancro non se lo portò via, mia madre l’ha raggiunto molti anni più tardi. Entrambi hanno affrontato la morte dentro un letto d’ospedale, lottando, sino all’ultimo respiro. Per me, quel “lottare” è l’Italia… Ho sempre detestato l’immagine di “spaghetti, pizza e mandolino”, perché per me l’Italia è Leonardo Da Vinci, sinonimo di intelligenza e creativo progresso, è Michelangelo, che quando vedo le sue opere resto sempre a bocca aperta, è Sciascia che ci racconta
Le favole della dittatura, è Salgari che ci fece viaggiare senza partire, è Totò che la notte infilava danaro nelle case dei napoletani più poveri, è Troisi che ha fatto della non violenza la sua forza comica. Per me l’Italia è Germi, Rossellini, De Sica (padre), Pasolini, Fellini e tutti i registi neorealisti che ci hanno fatto vedere quanto fa schifo la guerra, la violenza e l’ipocrisia di chi detiene il potere o quanto poteva essere dignitoso l’avere poco ma restare esseri umani, è Sandro Pertini che invitò a cena Andrea Pazienza perché voleva una caricatura del Pertini Partigiano, pubblicata, se non sbaglio, sul Male, una delle riviste di satira con cui Pazienza collaborava. Per me l’Italia è Hugo Pratt, l’autore di Corto Maltese, il primo personaggio dei fumetti che ammise di avere paura. Per me l’Italia sono le piazze di tutte le città, dal nord al sud, passando per il mare, sino a raggiungere tutte le isole, dove si mischiano i colori e i musicali accenti della gente che passeggia e dialoga, dove si sentono le risate dei bambini che giocano tranquilli. L’Italia è quella signora toscana che mi indicò la strada per rientrare quando mi persi a Lucca, fermandosi sotto una pioggia torrenziale. Per me l’Italia è qualsiasi posto in cui ci sia buon senso… Ma questa Italia forse non c’è più. E’seppellita sotto macerie di finto progresso, di razzismo e classismo idiota. E’ seppellita sotto conti in banca, vacanze in costa Smeralda e disperazione. Sotto a:“ io sono ricco e tu sei povero; io sono bianco e tu sei nero; io c’ ho la Ferrari e tu non c’hai un cazzo”. Forse è seppellita, anche, sotto abiti e profumi griffati, a serate tipo: “ ti porto a cena nel migliore ristorante e poi si scopa!”, sotto a: “ma chi cazzo è Meucci?!” e cellulari con cui si parla e si scrive tanto, perché poi non si riesce a dire più niente mentre ci si guarda negli occhi con vergogna, perché sembra che adesso abbiamo tutto, ma in realtà non abbiamo un cazzo…

« Così, a cavallo del nostro secchio, ci affacceremo al nuovo millennio, senza sperare di trovarvi nulla di più di quello che saremo capaci di portarvi »
(Italo Calvino, Lezioni americane, 1985)

domenica 13 aprile 2008

E' questo il mondo in cui vogliamo vivere?

La Zona è un quartiere residenziale di città del Messico, estremamente protetto da alte mura, guardie private e telecamere a circuito chiuso. Abitato dalla ricca borghesia contiene al suo interno graziose villette, scuole attrezzate e strutture sportive. Fuori dominano invece le baracche, la miseria e la povertà della maggior parte della gente. Proprio da questa miseria provengono i tre ragazzi che riescono a entrare nella casa di uno di questi ricchi, abituati a imporre la propria legge. Da qui il caos che apre le porte alla tragedia, trasformando una fantomatica sicurezza in un’arma a doppio taglio che non si riesce più a gestire. Opera prima di Rodrigo Plà “La zona” uscirà nelle sale italiane, distribuito dalla Sacher di Nanni Moretti, il prossimo 4 aprile, dopo aver vinto il Premio De Laurentis all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e il Premio della Critica al Festival di Toronto. Come ha affermato lo stesso regista questo film si propone di ricordare la reale situazione in Messico, dove esistono pochissimi ricchi rinchiusi in quartieri residenziale simili a La Zona e 60 milioni di poveri che ogni giorno cercano di sopravvivere.
Laura Calvo
La zona
Regia: Rodrigo Plà - Cast: Daniel Giménez Cacho, Maribel Verdú, Carlos Bardem, Daniel Tovar, Alan Chávez, Mario Zaragoza, Marina de Tavira – Genere: Drammatico, colore 97 minuti – Produzione: Spagna, Messico 2007 – Distribuzione: Sacher – Data di uscita: 4 Aprile 2008

mercoledì 9 aprile 2008

3 MENZOGNE AMERICANE

Qundo il governo americano seppe della disfatta di Custer e dei suoi uomini, fra lo stupore generale, si gridò al "massacro". Ma come?! La disfatta di un reggimento ben armato, guidato da un esperto generale, veterano e reduce della guerra di secessione che va a dar battaglia, presuntuoso e convinto della vittoria e che, invece, finisce sconfitto, viene chiamata massacro? Si presuppone che un massacro sia perpetrato ai danni di una moltitudine di persone inermi e, sicuramente, il 7° cavalleria era tutto fuorché inerme... Si parlò allora di scarso addestramento dei soldati e di inesperienza da parte loro; quindi di "novellini". Un altra menzogna perché invece i battaglioni erano formati, per buona metà, da reclute con esperienza di guerra, sia con una precedente ferma di cinque anni, inquadrate nei reparti alla frontiera, sia combattendo nella guerra di secessione, arruolate nell'esercito dell'unione e in quello del sud. In realtà quel 25 giugno del 1876, combatterono, al Little Big Horn, insieme ai veterani, solo una trentina di reclute arrivate da meno di un anno... Per giustificare ulteriormente questa incredibile sconfitta; venne fuori, anche, che le armi in dotazione ai soldati fossero difettose e si inceppassero continuamente privando i loro possessori della difesa di cui necessitavano... Altra grande menzogna perché durante la campagna del 1876, i soldati del 7° erano armati ognuno di carabina a retrocarica monocolpo, M1873 Springfield calibro.45/70 e di pistola a tamburo Colt calibro.45 M1873, a sei colpi. Ogni soldato aveva 25 cartucce per la pistola e 100 per il fucile, trasportate parte nel cinturone e parte in una sacca appesa alla sella. I cavalleggeri portavano, appesi alla sella, anche i viveri personali, la biada e il materiale per accudire la propria cavalcatura (Du Mont, 1977: 9-40). Entrambe le armi erano robuste, efficienti e adatte all'uso militare.La carabina Springfield rimase in dotazione alle truppe di cavalleria sino alla fine del secolo, mentre la Colt divenne l'emblema della "conquista" del West; il che la dice lunga sulla "presunta inaffidabilità" di queste due armi... Concludendo, io credo che il 7° cavalleria guidato da Custer, si trovò ad affrontare una nazione indiana, incazzatissima, formata dall'unione di varie tribù, tra cui Lakota e Cheyenne, guidata da due abili e intelligenti capi come Cavallo Pazzo e Toro Seduto. Una nazione stanca dei soprusi degli uomini bianchi, stanca di vedersi rubare la terra e stanca di vedere morire la propria gente. Una nazione che quel 25 giugno del 1876, per una volta si unì, insorse e vinse prendendosi il suo meritato ed eterno giorno di gloria sul "figlio della stella del mattino"(Il Generale Custer era tristemente famoso, tra gli indiani, con questo nome perché peferiva attaccare, poco prima dell'alba, i loro piccoli accampamenti ancora immersi nel sonno) ...

1868, Generale Sherman:"Meglio buttarli fuori al più presto possibile, e non fa molta differenza se ciò avverrà mediante l'imbroglio o uccidendoli".

Nelle foto, Cavallo Pazzo e Toro Seduto.

Rif.Raffaele D'Aniello: La battaglia di Little Big Horn. Newton & Compton Editori.

domenica 6 aprile 2008

ITALIANI ALL' ESTERO

Il 25 giugno del 1876, il 7° cavalleria del generale Custer fu annientato, nella battaglia chiamata del Little Big Horn, dalla nazione indiana dei Lakota e dei Cheyenne di Toro Seduto e Cavallo Pazzo... La nazionalità dei soldati che componevano il 7° cavalleria era simile a quella degli altri reparti dell' armata del West, almeno il 40 per cento degli arruolati erano stranieri provenienti dai paesi dell' Europa che in quel periodo erano più interessati all' emigrazione negli Stati Uniti, e cioè dall'Irlanda, dalla Gran Bretagna e dai vari stati della Germania. Dai paesi del mediterraneo o dell'est europeo come l'Italia la Grecia e la Russia, la percentuale di emigranti verso l'America era piccola. Gli Italiani arruolati nel 7° erano solo sei, tre dei quali combatterono al Little Big Horn. Il tenente Carlo Camillo Di Rudio (1832- 1910), nato a Belluno, emigrato negli Stati Uniti in quanto coinvolto nell'attentato di Felice Orsini contro Napoleone III, secondo della compagnia A; il trombettiere Giovanni Martini (1853- 1922), nato a Sala Consilina, già soldato garibaldino in Italia nella campagna del 1866, emigrato negli Stati Uniti nei primi anni settanta e ordinanza di Custer proprio il 25 giugno; Augusto De Voto (1852- 1923), Nato a Genova, combatté nella compagnia B con McDougall. Dei 210 uomini che caddero con Custer, il 43 per cento era nato all'estero o era di recente immigrazione.
Rif. Raffaele D'Aniello: La battaglia di Little Big Horn . Newton & Compton editori.
Nell'immagine, dipinto della battaglia del Little Big Horn (i bianchi, fatti neri dai rossi).

venerdì 4 aprile 2008

SEGUENDO LA ROTTA CREATIVA DELL' ISTINTO...

Oggi ho mollato gli ormeggi. Ho deciso di liberarmi per un po' di tutte le immagini che nel tempo si sono stivate dentro la mia testa e che sicuramente, volente o nolente, condizionano il mio modo di disegnare. Come dicevo, ho mollato gli ormeggi e ho fatto scorrere la matita sul foglio in modo libero e senza rincorrere costruzioni o virtuosismi coercitivi, avendo in testa, giusto, un immagine sfocata di ciò che volevo ottenere. Anche inchiostrazione e campiture le ho lasciate libere di plasmarsi quasi senza direzione o coordinate, coprendo la matita, forti e grezze. Ho completato il tutto, poi, "scannando" e colorando in Photoshop ed eliminando parte della figura intera con cui sono partito, concentrando l'attenzione sul primo piano del personaggio e sul veliero che ho abbozzato alle sue spalle. Il risultato è quì sotto: vi presento Capitan Forcanera...

mercoledì 2 aprile 2008

MATITE NOTTURNE


E' ora di andare a dormire... Buonanotte!

IO CHE NON SONO L'IMPERATORE

Meno male che adesso non c'e' Nerone... Meno male che adesso non c'e' Nerone... Quanta paura che ti fece a scuola tra le lezioni da imparare a memoria la storia di un'imperatore che era per tutti un gran terrore allora tu dicesti Meno male che adesso non c'e' Nerone No no no Meno male che adesso non c'e' Nerone... Lui comandava sopra il mondo intero teneva tutti sotto la sua mano la storia dice e forse e' verita'che alla fine incendio' la citta'... Meno male che adesso non c'e' Nerone No no no Meno male che adesso non c'e' Nerone... Ed alle feste che organizzava c'era il bel mondo ed anche lui suonava gli altri all'aperto senza protestare se no inventava le tasse da pagare... Meno male che adesso non c'e' Nerone No no no Meno male che adesso non c'e' Nerone... Pero' in fondo ci sapeva fare e per distrarli dalle cose serie ogni domenica li mandava in ferie tutti allo stadio a farli divertire... Meno male che adesso non c'e' Nerone No no no Meno male che adesso non c'e' Nerone...
Testo di Edoardo Bennato... Dall'album Io che non sono l'imperatore (1975). Datata ma sempre attuale. Una delle mie songs preferite...
(Nell'immagine, busto di Nerone rielaborato da DustArtStudio)