mercoledì 28 maggio 2008

MI CHIAMO JIM E NON PORTO LE MUTANDE...

Così dichiarò, una volta, Jim Morrison il cantante dei Doors. Immagino la delusione dei produttori di biancheria intima di quel periodo, ma erano i mitici? Anni 60. Nonostante tutto, a pensarci bene, il re lucertola fu lungimirante. Oggi per un paio di mutandoni sgriffati ti chiedono anche 80 euro, facendo perdere di significato al vecchio detto: "siamo rimasti in mutande, e allora?! Chissenefrega! Tanto sono Dolce e Gabbana!"... Morrison subì anche un processo per atti osceni, durante un concerto provò a tirarsi giù i pellati pantaloni , ma gli sbirri, forse a conoscenza di quella sua caratteristica, lo buttarono giù dal palco e lo arrestarono, preoccupati che il suo king snake apparisse a tutti i giovani della freak generation west coastiana. Ho sempre trovato i Doors un grande gruppo rock, e mi garba ancora parecchio l'attacco di Roadhouse Blues. Presero il nome da una frase di W. Blake, "quando le porte della percezione si apriranno: tutte le cose appariranno come realmente sono... infinite!".

Vivere senza tentare, significa rimanere con il dubbio che ce l'avresti fatta.
J. Morrison.

1 commento:

  1. Ottima analisi. Mi trovi d'accordo su tutto. In particolare sul film. A me Oliver Stone piace abbastanza, ma nel film sui Doors ha insistito un po' troppo sugli aspetti "folcloristici" di Morrison che, in realtà, era un grande artista e poeta. L'anno scorso sono stato al Pere Lachaise sulla sua tomba. Sono rimasto un po' deluso perchè una parte delle persone che rendevano omaggio al King Snake, recitavano la parte...come fossero andati a lurdesss...dalla madonna pellegrina. Purtroppo la commercializzazione spinta dello show-business produce anche un sacco di asini.
    hola efix.
    silvano.

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