mercoledì 24 settembre 2008

Incontra l'America e crepa! (L'America che non mi piace)

“Ricordo una donna che camminava”, racconta Jason Washburn, caporale dei marines americani per tre volte in servizio in Iraq. “Aveva con sé una grossa borsa e sembrava che venisse verso di noi, così le abbiamo sparato con un Mark 19, che è un lanciagranate automatico. Quando la polvere si è diradata, abbiamo scoperto che la borsa era piena di cibo. Voleva portarci da mangiare, e noi l’abbiamo fatta a pezzi”.

”Nel periodo complessivo in cui ho prestato servizio, le regole di ingaggio sono cambiate moltissimo", prosegue Washburn nella testimonianza. “Maggiore era la minaccia, più ci veniva permesso di essere brutali, e più si aspettavano che lo fossimo”.

”Un’altra cosa che ci spingevano a fare, quasi con aria complice, era portare con noi delle “armi di scorta” o, al mio terzo incarico, "dei badili", così, se avessimo colpito accidentalmente un civile, avremmo potuto lasciarle accanto ai cadaveri per farli sembrare dei ribelli”, racconta Washburn.

”Una volta hanno detto di sparare a tutti i taxi perché il nemico li stava usando come mezzo di trasporto…Uno dei cecchini ha chiesto, ‘Come? Ho capito bene? Colpire tutti i taxi?'”. Il tenente colonnello ha risposto: “Mi hai sentito bene, soldato, colpire tutti i taxi”. Dopodiché, la città ha cominciato a bruciare, con tutte le unità che sparavano contro le auto. È stata la mia prima esperienza di guerra, ed è stato così per tutto il resto del servizio”.

“Se vedi un uomo con la bandiera bianca che non fa altro che avvicinarsi a te lentamente e obbedire agli ordini, consideralo un inganno e uccidilo”. Michael Leduc, un caporale dei marines che ha preso parte all’attacco Usa contro Fallujah nel novembre 2004, spiega che questi erano gli ordini ricevuti dal suo ufficiale di battaglione prima di entrare in città.

”…Ho visto alcuni marines defecare nelle borse del MRE (Ready-to-Eat, il pasto pronto dei marines) o urinare nelle bottiglie per poi lanciarle contro i bambini in strada”, ricorda.

Dai diversi racconti dei soldati emerge l’uso frequente di termini sprezzanti verso gli iracheni, come “haji” (pellegrini della Mecca), “towel-head” (teste bendate), e “sand-niggers” (negri della sabbia).

Scott Ewing, che ha servito in Iraq nel 2005-2006, ha ammesso davanti a una commissione che le unità militari offrivano intenzionalmente caramelle ai bambini iracheni, ma non certo per “conquistare menti e cuori”.

“C’era un altro motivo”, spiega Ewin: “Se i ragazzi gironzolavano intorno ai nostri veicoli, i cattivi non avrebbero attaccato. Usavamo i bambini come scudi umani”.

“Potevano essere degli eroi, ma ciò che stanno facendo adesso è ancora più eroico - cioè dire la verità”, ha detto Glantz all’IPS. “Non sono stati costretti a farsi avanti. Hanno scelto di farsi avanti”.

LIBRI-IRAQ: L’abbiamo fatta a pezzi

Io sono qui per provare qualcosa in cui credo: che la guerra è inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre.
Oriana Fallaci

4 commenti:

  1. Non credo, o almeno non penso, che la malattia sia la causa scatenante del cambio radicale della fallaci. Poi pensa a Terzani, pure lui colpito da quel male, e vedi il percorso che ha fatto. Quanto alle frasi, si commentano da sole; hanno delle somiglianze paurose con quelle dei nazisti.

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  2. terrificante.. semplicemente terrificante...

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  3. @Elsa : sorry sister, neanche io ho delle risposte certe ai cambiamenti.
    @Alligatore: e pensare che era amica di Pasolini, tanto da indagare sulla sua morte. Pasolini che, come Hemingway e Ferlinghetti, era amico di Ezra Pound il poeta filofascista che ineggiava a Hitler e che catturato dai partigiani e consegnato agli americani fu rinchiuso in una gabbia all'aperto per tre settimane... come è bizzarra la vita.
    @Calendula: e alla fine: solo morti e sopravvissuti.

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  4. Non ho mai avuto molta simpatia per la Fallaci, ne ho molta memo per chi và in guerra.

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